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Buch

Un pensiero per te, piccolo cagnolino, simbolo della mia adolescenza. Ti porterò con me, per quel poco tempo che abbiamo giocato assieme. Ti ricorderò cucciolo, dietro la scia di una scopa da rincorrere e mordicchiare. Ti ricorderò per le mani rinfrescate dalla tua ruvida felicità. Buona notte Buch, adesso anche tu farai parte del sogno.

Sinfonia

Lascia che entri nel tuo cuore quel suono che spesso cerchi di non sentire. Ascolta quella melodia che fingi di apprezzare quando ne senti l’eco nelle pubblicità. La realtà è una cartina di caramella, inutile, che copre ogni sapore.

Ti ho perdonato

Ti ho perdonato, per il male che mi hai fatto. Perché la mia pelle si accorge che gli anni potranno portare cicatrici. Non ti perdono per spirito religioso ma per concretezza di vita. Piangi innanzi alla mia gioventù, per ciò che portiamo dentro e per il tempo che avrò per dimenticare. Tempo che tu non hai, ti aspettano giorni in compagnia dei tuoi rimorsi.

Nella tana del lupo

Una piccola lepre, tremante, decise di sconfiggere ogni sua paura. Entrò nella tana del lupo. Le zampe erano pronte allo scatto di fuga, i baffi attenti ad ogni minimo movimento. Avanzava lentamente, rasentando le pareti della tana, lasciando che la luce schiarisse pian piano i suoi passi. Già pregustava l’incontro e ne temeva la sceneggiatura. Ricordava l’odore pungente del dolore e il pianto. Preparava la sfida. Ma quando giunse innanzi al suo mostro erano passati

Un passerotto implume

Nel silenzio di questa mattina, mentre ancora lotto con me stessa per fuggire dall’abbraccio di Morfeo, stai facendo il diavolo a quattro. Graffi, strilli, ti agiti. Lascio cadere il biscotto nel caffè: è successo di nuovo. Passerotto implume, sei nuovamente caduto nel caminetto di cucina. E’ una storia che si ripete: mi darai di che sproloquiare per metà mattina, mi adopererò per smobilitare mezza stanza e lasciare libero il tuo passaggio verso il cielo. Poi,

“Palla”

“Palla”. Di mano in mano, ora simulando una favola, ora l’altra. Quei nomi di fiaba tutti vostri, ma ben conosciuti. Si alternano le generazioni, eppure i vostri eroi portano gli stessi nomi di quei personaggi che tanto destarono scalpore. “Mimì”, “Mila”, “Shiro”…. Chissà se anche sui loro volti stanno comparendo rughe, o i loro capelli si tradiscono con fili argentati. No. Sono i vostri eroi, sono i nostri eroi. Quei personaggi fantastici per i quali

Ho provato a dimenticare

Ho provato a dimenticare un’immagine ormai sbiadita di un sorriso che risuona caro, e non si muove. Non si cela alla memoria, ma salda come cicatrice è la tua immagine dai tempi lontani. E’ strano vedere come quei panni adulti più non vestano quell’immagine bambina, eppure io vedo quel tuo te lontano, adesso, qui, tra le mie mani

“A te che per tirare avanti sei costretto a vendere Cristo e Santi”

Diceva così una canzone di De Andrè.. per l’esattezza “Il Testamento”. Mi pare che qualcuno abbia deciso di prenderlo alla lettera! Proprio l’altra mattina mentre in edicola compravo il solito giornale mi è caduto l’occhio sullo scaffale delle figurine. Come potrei negare che le figurine “panini” non abbiano fatto parte integrante della mia vita? Come negare che una delle soddisfazioni di fare l’insegnante è proprio il poter avere la scusa di maneggiare figurine anche alla

Cio che non sei

Ciò che non sei, questo cerchi di mostrare in ogni gesto ed in ogni mancato sorriso. Ciò che non sei e forse non sei mai stato, ma che tanto ha illuso questa mente o questa anima in cerca di sogni in cui sperare. La musica che non è mai stata scritta, il profumo mai emanato da alcun fiore. Ciò che non sei, adesso mi appari nel reale, adesso, che la vita mi ha derubata di

Quarta stella a sinistra, dopo la Stella Polare

“Dove è tuo papà” La domanda che più temo, perchè ai vostri occhi non so mai cosa rispondere. Ho deciso però di usare una formula più dolce così ogni volta rispondo portandovi alla finestra ed indicando un punto preciso del cielo: “Vedi quel puntino?… E’ là, la quarta stella a sinistra dopo la Stella polare” Mi sorprendi, perchè d’improvviso mi guardi pensierosa, quasi avessi detto chissà cosa di strano. So che non posso mentire ad