Collegio008

Quella storia mai vissuta

Tra gli adempimenti di inizio anno è immancabile la cernita dei documenti e non ti rendi mai conto di quanta carta dimori nella tua casa fino a quando non ti siedi e decidi di fare una selezione.

Ti accorgi in quel momento che hai trascorso giorni “ammucchiando” tutto quello che ti capitava tra le mani, non solo documenti, ma foto, biglietti, scontrini, residui di cassetti puliti con l’intenzione di “i documenti e le foto le sistemerò poi“: Quel “poi”, “prima o poi”, arriva, assieme ad uno scatolone con il Tutto.

Proprio nel sistemare uno di questi scatoloni mi sono capitati tra le mani i ricordi di mio padre, quella storia mai vissuta che alberga come “mito” nella mia fantasia e si tinge di memoria che non mi appartiene, quella promessa mai mantenuta di percorrere con babbo i lunghi e grandi corridoi di quel Collegio che lo accolse durante la sua giovinezza.

Babbo, ho trovato foto che non mi avevi mai mostrato ma che parlavano di quei luoghi dove ti rifugiavi quando restavi da solo perchè molti compagni tornavano a casa ed i tuoi genitori non potevano correre da te perchè i viaggi erano troppo impegnativi.
Sale con mostre di animali, scalette di un osservatorio, una palestra, saloni da cui si intuiva la bellezza di una reggia.
Ho chiuso gli occhi e ti ho immaginato bambino, camminare assieme alla tua ombra, le tue mani appoggiarsi a quei vetri, il tuo sguardo ammirare il piumaggio di quegli uccelli che ti aveva spesso indicato tuo nonno.
Forse ricordavi il loro canto mentre attendevi, in silenzio, chi poteva correre ad abbracciarti una sola volta al mese?

Quante storie mi hai raccontato, insegnandomi ad ammirare il cielo, dov’è quell’osservatorio? Come vorrei, per un istante, vedere quelle stesse stelle su cui hai posato lo sguardo anche tu quando eri bambino.
Ed il salone del preside? E’ forse questo che io vedo in bianco e nero? Dove è quel grammofono da cui facesti risuonare la Rapsodia in Blu per tutto l’istituto, prendendoti una punizione?
Cerco di muovermi con la fantasia in questa stanza che non potrò mai incontrare.

Mi osservano, più a lato, volti sconosciuti di cui forse conosco alcune storie o almeno quegli aneddoti senza nome che cerco disperatamente di non dimenticare perchè nella memoria portano ancora la tua voce.

2 Comments
  1. Tomei Rispondi

    Che anno era?

  2. Lavinia Rispondi

    Mio padre entrò al Collegio nel 1946, qui lo vedo tra le ultime file, quindi doveva essere il I o II liceo, credo sia tra il 1951 e 1953

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