Bilanci di fine anno

Non credo esista niente di più patetico dei bilanci di fine anno e la lista di buoni propositi per i giorni che dovranno venire.

E’ odioso e scontato, un compito inutile che, però, la mente si ostina a fare mentre scoppiettano i fuochi di artificio.
Cosa ne è stato di questo anno di vita? Non so, credo di aver vissuto più o meno sei mesi, il resto è stata una convalescenza ancora in corso.
Una convalescenza, che però mi ha aperto uno spiraglio sulle vere relazioni, mettendo a nudo il cuore di chi ci vuol bene.

Nel caos è stato dolce sentire che non eravamo sole, e che questo quartiere silenzioso ci sente parte di sè. E’ strano ritrovare gli sguardi che la quotidianità nasconde dietro veli di fretta e affari, scoprirli ancora pieni di calore, come gli abbracci li accompagnano.

Ho scoperto l’affetto di cui parlano i romanzi veristi, l’amicizia e l’amore cantati nei secoli scorsi.

Ho nuovi valori, adesso, nuove esigenze.
Ho provato a spostare la visuale da cui osservavo il resto del mondo.

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