Un sabato di ordinaria follia
Sabato mattina, convocazione alle ore 8, per probabile supplenza, in una scuola media di un paese che non conosci… La sveglia suona ma la senti solamente alle 7,10 a quel punto cerchi di ri-guadagnare il tempo perduto nei modi più assurdi: fai la doccia con lo spazzolino in bocca, ti infili le calzementre ti spazzoli i capelli, bevi il caffè mentre scendi le scale per prendere la auto dove ti soffermerai ad infilare gli stivali prima di mettere in moto. Poi scegli di fare i primi 8 km in autostrada, sempre per guadagnare tempo. Arrivi nel parcheggio della scuola in tempo utile per scoprire che dal parcheggio al plesso didattico c’è una salita in una strada sterrata di circa 250 metri. E comprendi che l’essere umano, quando vuole, sa anche volare… Entri correndo nel primo padiglione, ma dai disegni deduci che quella è la scuola materna. Esci, corri nell’altro mentre scivolano i tacchi sulla ghiaia del vialetto.. Seconda ala, aprì e la borsa ti scivola per terra. La custode ti guarda con indifferenza dicendo "per le convocazioni di supplenza l’edificio in fondo al vialetto". Così mentre riprendi la tua caccia al tesoro ti chiedi come potessero sapere che cosa cercavi se non avevi ancora trovato respiro per parlare. E corri, corri, e i tacchi scivolano e la gonna ti fa un tutto unico con il cappotto e senti che una massa di tessuto sale diabolicamente lungo le gambe e le calze non ti riparano dal freddo tremendo di questa mattina. Mentre mandi al diavolo lo stilista del vestito, chi lo ha confezionato e pure te che hai deciso di indossarlo arrivi alla meta. Dono le 8,02 In un nanosecondo ti sistemi la gonna, raddrizzi il cappotto riprendi la borsa e cerchi il fiato per chiedere informazioni. Ma la custode senza alzare gli occhi dalla sua settimana enigmistica ti dice con tono monotono. "Per la supplenza di musica ha accettato la n. 42, sarà più fortunata la prossima volta".