Biancaneve (Onest

Stava per giungere la sera e quasi credevo di aver solamente sognato pochi giorni avanti. Mi ponevo il dubbio che quell’uomo non fosse mai esistito, quando un rumore scoppiettante e lento mi ha destato dai pensieri.

Fingevo di suonare, quando la mia mente vagava nel dubbio dei ricordi, e quel suono non ebbe bisogno di molta attenzion per essere colto. Era arrivato. Assieme al freddo ed all’imbrunire.

Aveva terminato il lavoro nel campo con il sole, così che il buio non potesse rubargli istanti di preziosa fatica. Aveva preso poi la sua auto, si era messo a guidare senza passere a cambiarsi, così chi lo avrebbe visto non avrebbe potuto dubitare del suo essere genuino.

Signora… sono il contadino

Sceso dall’auto, si era fermato fuori, senza neppure suonare il campanello per non disturbare. E’ uscita mia madre, mentre restavo ad osservare dal terrazzo, alternando la curiosità al suono.
E c’è tutto, Signora, guardi.. la glie l’ho pure pulita come si deve… sa, io le cose le fò per bene, mi piace portare tutto ammodino…

Infatti tutto era perfetto, in quella cassetta, ordinato e pulito: due cardi, un cavolo, quattro carote e un ciuffetto di ravanelli. Ognuno al suo posto, come un perfetto incastro, senza il minimo granello di terra.
Sopra tutto, inaspettata, stava -in trono- una mela.
Piccola, rossa, perfetta e silenziosa. Quasi una gemma a chiudere questo verde incastro.

Le ho portato anche una delle mì mele, se le piace… sono bòne, l’è un alberino che sta in fondo all’orto… sà.. è tanto pieno.. noi non si mangiano tutte…
Se le piace, gliele porto la prossima volta
.

"Mia figlia non mangia le mele". Cerca di frenare subito mia madre.
Ormai sono diventata l’essere demoniaco: non mangio le mele, non voglio i frutti di offerte promozionali… Fondamentalmente la scusa migliore per ogni occasione visto che "la figlia" non è mai presente al momento in cui è nominata.

Ma se la gliela fa assaggiare… e le garba…
Il contadino alza la testa, per la prima volta. Dall’alto riesco ad intravedere quel viso rugoso e gli occhi, così nascosti da sembrare quasi una ferita.
Fagliela assaggiare… ma non rifare le scale. Se le piace… Me lo dici dal balcone, e la prossima volta.. te ne porto ancora…

Disarmante, non so se più per la dignità o la dolcezza che infonde quel suo essere impacciato, quel "non dire" che anche una mela in più può fare la differenza.
E non perchè un medico si allontana, ma perchè può diventare legna o contribuire a comprare un cappotto o una coperta i più.

"Ho freddo" sembra dire la tua pelle, mentre scendi dalla macchina con un maglione verde, come quelli che vedevo indossare a mio nonno, quando ero bambina, mentre calchi quel cappello di lana consunta sul capo…

Ci è piaciuta la mela, anche se -a dir la verità- non l’abbiamo ancora assaggiata, ma mia madre è scesa ancora… e ti ha detto che quel frutto era squisito. Ed hai sorriso ancora.

Sono otto euri e mezzo… la ce li ha spicci vero?
Si, li avevamo preparati, ma sul tuo viso un piccolo segno di disappunto, nel vedere una moneta da cinquanta centesimi.

Non li ha mica due da venti e uno da dieci? .. Volevo fare una telefonata alla mì moglie, ma se ci metto cinquanta centesimi la cabina non mi da il resto

Non li abbiamo, ma abbiamo i venti centesimi in più. Mia madre vuole darteli, ma ti rifiuti, quasi fosse un’offesa accettare più di quanto dovuto.
Che ti posso dare in più….e guardi nell’auto, ma è tutto pronto per le prossime consegne.
"Non si preoccupi" insiste mia mamma…"ci rifacciamo la prossima volta". Non sei convinto, quei venti centesimi ti pesano più di un mattone in tasca. Alla fine un’idea. Riprendi il foglietto ove hai preparato l’elenco per la prossima settimana, tiri fuori dalla tasca quel lapis spuntato e sorridendo aggiungi:
+ du’ meline…

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