Monologo di un tassista

Vede Signora,
Sono stato via da questa città per quasi quindici anni.
Ho vissuto a Milano, sa… là c’è tutta un’altra testa. La gente si fa i fatti suoi e pensa a lavorare. Mi mancava l’affetto di questa città, ma si viveva abbastanza bene.

Ora son torato qui e faccio il tassista, mi alzo la mattina prendo la mia macchina e vado alla stazione e da lì si gira per tutto il giorno.

Scivola il lungarno dal finestrino, come un film muto. Passano turisti che dialogano tra loro ma per me scambiano silenzi.

Vede Firenze l’è più piccina, si girerebbe in pochi minuti, tò un’ora. Ma gli è il traffiho che la rovina!
Code, buhe. Ho cambiato gli ammortizzatori posteriori ad una macchina che l’è praticamente nuova.
Lei la mi intende vero?!?

No, ma non posso dire che non ti intendo. Perchè questa poesia la vivo anche la mattina con il gelo e non sento peso.
Adesso sta facendo capolino il sole e sento il tepore dei raggi giungere dal finestrino. La cupola di S. Croce si avvicina sempre di più.

L’è bella Firenze, bellissima. Nessun posto può paragonarsi a Lei. Ma non era adatta a fare da capoluogo, l’hanno rovinata.

Mi decido ad ascoltarti. Ad essere presente e partecipe al tuo monologo. Forse ciò che stai cercando è qualcuno che ti ascolti tra un viaggio e l’altro, ed io sono la prima italiana che ti capita dopo 6 ore di lavoro.

"In che senso?" – Chiedo, per apparire interessata.
Vede Signora,
Firenze l’è bella, c’è S Maria d’Iffiore, il Battistero, Piazza della Signoria, i Lungarni. Ma son fatti per camminarci a piedi, non per essere calpestati da auto, bus, motorini….ora poi ci sarà il tramme…

Sa una cosa, Signora.
Per me Firenze l’è come una bella donna. Una bellissima donna, matura, non giovane, nè attempata.
Una donna, matura e bella. Fascinosa.
Ha un vestito nero attillato e con un bel decolletè scollato. Non volgare. Bella, bella e basta.
Insomma è questa bellissima donna e la immagino stesa su un divano, con la mano tra i capelli lunghi e sciolti sulle spalle.
E’ una donna che ti farebbe perdere la testa, poi la guardi… ed ha le scarpe rotte e consumate.

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