A te, che hai frugato nella mia intimit

Per te, che ti sei intromesso tra le mie cose, tra i miei pensieri. Tu che hai frugato nella mia piccola pazzia quotidiana, nei miei scaramantici ricordi: mi chiedo se tu sia rimasto soddisfatto dei due euro che tenevo nel portacenere dell’auto, se ti sentirai gratificato da quel piccolo regalo che avevo lasciato sotto il sedile del passeggero, per poterlo consegnare nel primo pomeriggio.

Mi chiedo cosa tu abbia pensato mentre forzavi la serratura dell’auto per entrare e sederti comodamente durante la tua opera di aspirante ladro.
Mi chiedo cosa tu abbia pensato mentre tenevi tra le mani il mio lato più debole e bambino, mentre frugavi tra quegli strani peluche che dimorano sul sedile posteriore: il peluche a forma di nonna senza denti, il peluche a forma di mucca.

Chissà cosa ti sei permesso di commentare vedendo il calzino natalizio appeso alla levetta del riscaldamento, polveroso, ma che lascia intendere un "Joy for you". Non era diretto a te, non avrai di che gioire per due miseri euro che sei riuscito a scovare.

Ti dirò, non ricordavo nemmeno io di averli lasciati proprio lì, tra tre pezzi di vecchie 100 lire, che con molta delicatezza hai abbandonato sul sedile del conducente, assieme ad una custodia di occhiali dalle lenti rotte.

Spero tu sia rimasto ferito dai frantumi di quelle lenti, tanto quanto sono rimasta ferita io dalla tua curiosità. E’ come se qualcuno avesse frugato tra le lettere della mia camera, tra i miei giochi di adolescente mai cresciuta.

Non hai rubato niente, perchè non c’era niente da rubare; non hai rotto niente, perchè non c’era niente altro da rompere in quella povera automobile che fatica a trasportarmi nei miei viaggi erranti per il mondo.

Hai ferito solamente, come può ferire il ladro più incallito che penetra in una casa e va a rovistare nei cassetti, pur non rubando niente. Hai messo il naso in uno dei miei lati più privati e più infantili, mi compiaccio solamente che l’apparenza ti abbia mascherato quali erano le cose più importanti.

Ed hai lasciato quei frantumi di lenti di occhiali sul sedile del conducente, come se il vero proprietario ti avesse colto in fragrante e costretto ad abbandonare la tua refurtiva.

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