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Come uno spettro osserva silente dal suo tempo passato un presente ormai in cammino.
Erboso, stanco, dimenticato. Quel sapore di fumo e confusione, di leggerezza. Un nome che collega al non esistente, al nulla a ciò che forse non è mai stato.

Una parola che fugge di bocca, un modo di dire. Qualcosa che non appartiene al reale ma che fa divertire.
Eppure traspare il colore del ricordo dal grigiore del vero. E pare di avvertire l’odore di asfalto e scarico di moto, un rombo più forte del gradasso di turno.
E pare di sentire le risatine leggere di chi ha forse bevuto un pò troppo. Le battute invadenti dell’età che non torna.

Musica dei primi Dj, fumo e trasgressione. Questo cupo muro cadente che riproietta immagini di periodica adolescenza, come un monito sull’umanità che non può cambiare.

Chissà quale blu notte avvolge il ricordo di quel primo bacio.

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