Ponte Vecchio

Sonnacchioso lungarno al farsi di luna, mentre turisti si affollano stanchi verso il centro. Sono come formiche, ma candide e lucenti di tecnologia.

Tu riposi, sotto il peso dei tuoi anni e della vita. Il mondo e le emozioni hanno permeato queste pietre che si fanno prezione anche nel grigio sasso, che io onoro. Passi di un’umanità gloriosa, occhi di chi ha conosciuto il cielo del sapere e ci ha fatto dono delle stelle.

E’ una magia quella che vivo e che mi strega. Solo qui ho pace dai tormenti. Nel tenero abbraccio dell’immobilità del tempo che scorre in illusione.

Scivola lentamente all’orizzone quel sole che poch’anzi stanco sorrideva, si tinge di rosso la tua strada, brillano tristi gli ori dei banchi storici. Cento finestre si affacciano al tramonto, come silenti cartoline.

Voglio illudermi un’istante: illudermi che questa estasi sia stata solo mia.

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