Incontri ravvicinati con la tecnologia

A volte è possibile riscontrare un divario ben poco sanabile tra l’intenzione di utilità della tecnologia e gli effetti catastrofici della sua applicazione.
E’ così che improvvisamente sei distratta da tua mamma che sbraita contro qualcuno nella stanza accanto, ti alzi e corri per vedere cosa sia accaduto e scopri che ha intrapreso una lite con quella voce suadente che fa capolino da un piccolo cilindro connesso ad internet: Vuole vedere quanto tempo ci metto per preparare i pomodori!

Cerchi di comprendere se sei parte di questa follia generalizzata o se puoi spiegare in modo più comprensibile la scena che ti si è presentata innanzi: ti fermi, ascolti….
Dall’altra stanza la meccanica voce di signora continua a ripetere “quando hai terminato torna da me e dimmi prosegui” mentre in cucina la Duchessa continua la sua invettiva contro la spia osservatrice.
Provi a spiegarle che non è altro che un meccanismo elettronico connesso a internet, cui ha dato indicazione di seguire una ricetta quindi -non essendo munita di monitor- l’unico modo per eseguire il compito è richiedere all’utilizzatore di dare il comando “prosegui” appena ha terminato il passo precedente, ma non vi è speranza.

Alexa, nella mente della Duchessa, si è trasformata in una spia russa o di qualche altra nazione che la segue in silenzio rubandole la sua libertà.

Il problema si amplifica quando hai la malsana idea di acquistare anche una presa “intelligente” che puoi gestire attraverso i dispositivi cellulari o comandi vocali veicolati da questa assistente: provi invano a spiegare che è sufficiente attivare il dispositivo dicendo, poi “accendi/spegni la luce”, ma la Duchessa con la sua educazione, non potrà mai riuscire nell’intento.

“Alexa, per favore, potresti accendere l’interruttore della luce? Grazie”…la richiesta resta inevasa, di tutta risposta un “plum” dal piccolo amplificatore, lascia intendere che il tempo per la definizione del comando è esaurito prima che mamma arrivasse a termine della frase… devi essere più breve provo a suggerire.
Mamma sbuffa, stizzita si avvicina al cilindro malefico “Puoi accendere la luce? Grazie” segue silenzio e nessuna variazione, Se non la chiami per nome non recepisce il comando perchè non si è attivata le ripeto con calma.
“A-le-xa, attiveresti l’interruttore? Grazie”
Mamma -insisto- è programmata associando la parola LUCE alla presa, quindi la devi chiamare e dirle di accedere luce.
“ALEXA,……. per favore,….. accenderesti la luce?Grazie”  e il fantomatico “plum” interrompe a metà la frase.
Ascoltami e fai come me -dico- “Alexa, accendi la luce” e, quasi magicamente, si attiva l’interruttore del piccolo lampadario.

La Duchessa si volge con uno sguardo in cui sono mescolati rabbia e sfida e disappunto: “ma così non è educato”, protesta, mentre non mi resta che farle notare che per attivare un dispositivo elettronico esiste un tempo limite in cui -forse- l’educazione non rientra.
La spiegazione non le va a genio: silenziosamente si avvicina al dispositivo, incrocia le braccia e mi guarda quei 5 secondi in assoluto silenzio, quei 5 secondi degni di una inquadratura da western di Sergio Leone, poi prende fiato:

“Alexaperfavoreaccendilalucegrazie” spara fuori come una mitragliatrice senza prendere pausa nemmeno un istante.
La luce si accende, immediato il suo volgersi verso di me con un veloce gesto dell’ombrello: “Tiè”.

….che Duchessa!

1 Comment
  1. Diana Rispondi

    Anche questa è carina, ma la Friggitrice,non la batte nessuno!
    Ciaoooo

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