Viareggio, 7 luglio 2009

Scivolava la notte, lenta, su binari silenziosi, lasciando dietro di sè un timido mattino.
Non era pronto ad annunciarsi in questo giorno, la notte era regina – ancora – del luogo. La notte, Avvolta nel suo manto di rispettoso silenzio, chiusa nel freddo della vostra oscurità.
La notte, che vi ha portato via dalle vostre case, dal vostro lavoro, soprendendovi in lingue di fuoco.

Ero qui, questa mattina, mentre un silenzio irreale accompagnava ogni nuovo arrivo, ogni altra partenza. Uomini al lavoro sostituivano quei binari che avevano assistito all’inferno, ma i colpi dei loro martelli risuonavano come rintocchi di funebri campane.

Non vi era rabbia nè pianto, nè sorriso, l’assenza di vita regnava nell’aria.

Ho pianto su troppe croci, in questa breve mia esistenza…
Nel dolore ho abbracciato i vostri cari, nel mio cuore.

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