Alla stazione… in una mattina d’aprile

Passeggiavano, sopra il marciapiede di marmo, in attesa del solito autobus, chiusi nei loro pastrani invernali perchè la primavera era in sciopero.
Ormai anche le stagioni si stavano omologando alla cultura del Paese. Il sole si è chiuso dietro una tendina di nuvole grigie, troppo pesante è il compito di allungare le braccia e scaldare il mondo; gli uccelli sono stanchi di cantare per risvegliare anche il buonumore; la Primavera è in ritardo come usano fare le spose…

Loro erano su quel marciapiede, assorti nei rispettivi pensieri, fianco a fianco. Si osservavano, alternativamente, quando l’uno era assente l’altra ne seguiva i lineamenti, quando l’altra osservava l’orologio lui le carezzava i capelli con lo sguardo.

Chissà se erano riusciti a riconoscersi o ancora il dubbio attenagliava le loro menti. Mancava il coraggio ad entrambi di chiedere se quel volto corrispondeva al nome che tenevano nel loro ricordo.
Chissè se come amici avevano passato anni confidandosi le proprie inquietudini, se avevano condiviso passioni o trascorso momenti di lieti sorrisi.

Era un legame ed il sospetto che l’altro capo della loro esistenza condivisa fosse nuovamente al proprio fianco, per caso, dopo chissà quanto tempo.

Ma giunse l’autobus, lei salì.
Lui la osservò salire, poi riprese la sua strada.

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