La befana

Colta da una improvvisa nostalgia delle coccole di mia nonna ho canticchiato quella filastrocca che era solita sussurrare durante le feste di natale, mentre le sedevo sulle ginocchia, poggiando la testa sulla sua spalla….

La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte
con le toppe alla sottana:
Viva, viva la Befana!

Sono anni che non passa la befana, forse è la tristezza di un camino spento ed il silenzio di una casa vuota. I chicchi non usano più, siamo sempre a seguire mille diete per apparire così come richiede la moda del momento.
E a me questi panni non entrano ancora…

La befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte
porta un sacco pien di doni
da regalare ai bimbi buoni.

Chissà se all’albeggiare dei trenta anni esiste ancora la categoria dei buoni.
Che siano tutti quelli che non cadono nella trappola della necessità e finiscono per vendersi al miglior offerente, pur di poter avere un misero stipendio con cui campare?
Ho voglia di dolci, come un tempo…

La befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte
viene e bussa alla tua porta
sai tu dirmi che ti porta?

Sai dirmi che ti porta?
Forse quest’anno nella calza della befana c’è tanto bisogno di affetto e voglia di ricominciare. Voglia di bruciare ancora, tra le passioni di un tempo.
Così chiudo gli occhi, e continuo a canticchiarmi quella filastrocca, ricordando ancora.

La befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte, 
con la scopa di saggina: 
viva viva la nonnina!

Provo uno strano piacere a sentir salire alla memoria quei versi impressi nel cuore. Continuo a ripetermeli ad occhi chiusi, sentendo per magia il tuo profumo. Quel misto di canfora e vaniglia di cui odora ancora la tua stanza.

La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte,
s’è scucita la sottana:
viva, viva la Befana!

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