Quel piccolo pensiero

Era una strana tradizione.
Fuggivi a metà mattinata, per poi rientrare una mezz’ora dopo quatto quatto, per le scale del garage.
La porta della cantina chiusa a chiave e la chiave nella tua tasca.

Era un rito ormai conosciuto ma che ugualmente destava sorpresa, la dolce sorpresa di S. Valentino.
Poi l’ora del pranzo: in pochi secondi, quando l’attenzione si spostava in cucina, riuscivi a fare una corsa fino alla cantina, aprire la porta, tornare sui tuoi passi e salire le scale. Il traguardo era poi la porta, dove ti fermavi, con quel particolare sorriso.

Quando tornavamo nella stanza c’era sempre un grande mazzo di rose per mamma e un mazzolino colorato per me.
Eravamo i tuoi due amori, le tue stelle.

Ho sceso le scale questa mattina, ho aperto la porta, sono tornata in cucina.
Era buio e non c’era profumo di primavera.

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