L’odore di innocenza

Non riesco a comprendere l’esatta composizione della vostra innocenza.
Un sorriso, mezzo battito di ciglia, sostenuti da 15 secondi di risolino…

Ed io resto stordita.
Anche oggi, innanzi al pianoforte, tu, come tante e unica come tu sola.
Ennesima voce squillante da dover detestare, ennesimo sguardo furbetto e lingua tagliente. So che mi vincerai, come tutti gli altri.

Ma questa loffia scomposta proprio non l’attendevo.
E fuggi, ridendo, nascondendoti dietro la tenda quasi a portare con te quest’aria che si è fatta pesante.
Ti incarti nelle pieghe del tessuto, in un inutile nascondino, mentre l’aria si vizia di molecole maleodoranti. Sul tuo viso quel misto di vergogna e riso.

Affogo.
Non reggo e non comprendo come tu possa emettere così forti esalazioni dal tuo metro e venti di altezza. 120 cm di sterco.
Ridi, continui a ridere, mentre l’aria lentamente torna a farsi respirabile ed io riprendo la lezione, terrorizzata dal tuo intestino cantante.

Mi sorprendo, però, a cercare di immaginarti grande. Mi chiedo come saranno un giorno i tuoi lineamenti, se mai cambierà il tuo sguardo…
Ti auguro di restar sempre così, piccola mia. Ridente e scherzosa, dallo sguardo furbetto e malizioso.
Senza peli sulla lingua.
Ma un bel tappo nel di dietro.

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